LO SVILUPPO LESSICALE IN UN BAMBINO ESPOSTO AI SEGNI DEL PROGRAMMA BABY SIGNS ITALIA

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dc.contributor.advisor Bronte, Maria Cristina it_IT
dc.contributor.author Missiroli, Roberta <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2017-10-09 it_IT
dc.date.accessioned 2018-04-17T13:35:13Z
dc.date.issued 2017-10-27 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/11638
dc.description.abstract Questo studio si basa sulla ricerca svolta da Acredolo, Goodwyn e Brown (2000) sugli effetti del programma Baby Signs sullo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino. Esso si configura come uno studio di caso e si svolge analizzando i processi di acquisizione del linguaggio nelle prime fasi di vita di due bambini italiani udenti: uno di essi riceverà un input verbale “maggiorato” (Verbal Training), l’altro invece riceverà input verbale sostenuto dall’utilizzo di segni (Sign Training), secondo la proposta del Programma Baby Signs Italia. In una prima fase verranno descritti i due bambini e le loro caratteristiche, nonché le loro competenze comunicative misurate attraverso quattro test: il questionario QSCL (2008), per effettuare una stima dello sviluppo comunicativo-linguistico dei soggetti; il questionario ASCB (2013), utile per definire la scala di assertività del bambino e perciò anche il grado di attenzione condivisa; il PVB (2012), per valutare l’età linguistica dei partecipanti; la sola sezione di pragmatica del TPL (1995) per determinare le capacità pragmatiche dei bambini. Definite queste valutazioni di base dei due bambini, si procederà ad un periodo di training (per un massimo di 6 mesi): per un bambino sarà svolto con i segni del Programma, per l’altro invece con un input verbale più marcato. L’obiettivo è osservare i percorsi di acquisizione di segni e parole e, sulla base di tale osservazione, valutare se la proposta del segno risulta vantaggiosa o non apporta differenze significative nella comunicazione e/o nello sviluppo linguistico. Il campione è estremamente ridotto, legato a più variabili, quindi non può risultare significativo: questo studio perciò si propone come primo passo per una ricerca futura più articolata sull’influenza che il Programma Baby Signs può avere sull’acquisizione del linguaggio per i bambini italofoni. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Roberta Missiroli, 2017 it_IT
dc.title LO SVILUPPO LESSICALE IN UN BAMBINO ESPOSTO AI SEGNI DEL PROGRAMMA BABY SIGNS ITALIA it_IT
dc.title.alternative LO SVILUPPO LESSICALE IN UN BAMBINO ESPOSTO AI SEGNI DEL PROGRAMMA BABY SIGNS ITALIA it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Scienze del linguaggio it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati it_IT
dc.description.academicyear 2016/2017, sessione autunnale it_IT
dc.rights.accessrights closedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 857834 it_IT
dc.subject.miur L-LIN/01 GLOTTOLOGIA E LINGUISTICA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language INGLESE it_IT
dc.date.embargoend 10000-01-01
dc.provenance.upload Roberta Missiroli (857834@stud.unive.it), 2017-10-09 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Maria Cristina Bronte (tbronte@unive.it), 2017-10-23 it_IT


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