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Attraverso il presente lavoro di tesi s’intende porgere al lettore un’analisi accurata del Chinglish, un fenomeno linguistico diffuso nella Repubblica Popolare Cinese, nato dall’incontro-scontro tra la lingua inglese e la lingua cinese. È un gergo anglo-mandarino di matrice inglese di cui, però, nei dizionari non v’è assolutamente traccia; si tratta, infatti, di una varietà di contatto, una nuova forma d’inglese nata dall’incrocio con le parole e la sintassi cinese, che ha dato vita a una colorata varietà locale alquanto sgrammaticata e bizzarra. Questa pseudo-lingua inglese è parlata dai madrelingua cinesi, e sebbene si caratterizzasse per una certa vena comica e umoristica, resta comunque una lingua scorretta e rudimentale perché, piuttosto che rifarsi alle norme linguistiche dello standard english, segue i modelli sintattici ed espressivi tipici della lingua cinese. La causa della presenza di questo fenomeno linguistico, quindi, deriva proprio dalla traduzione letterale di parole ed espressioni cinesi in lingua inglese, senza che si tenga conto della sintassi e delle norme d’uso della lingua di arrivo. Negli ultimi anni, tuttavia, il governo cinese si sta impegnando nella diffusione dell’inglese standard, con l’intento di eliminare per sempre, almeno nei luoghi pubblici, le tracce di Chinglish; e, proprio ultimamente, ha deciso che fisserà delle linee guida entro il 1° dicembre 2017, così come verranno introdotte delle norme nazionali, per la traduzione dei cartelli e della segnaletica pubblica della nazione. Questo elaborato, pur soffermandosi in modo particolare sul tema del Chinglish, offre al lettore una panoramica sul ruolo assunto dall’inglese come lingua internazionale, o lingua ‘franca’, tracciando la crescita dell’influenza di questa lingua nel mondo, la sua diffusione e la conseguente nascita dei New Englishes, in seguito all’affermazione dell’inglese come lingua globale. A seguire si spiegherà nel dettaglio la situazione attuale dell’inglese in Cina, parlando del Chinglish in qualità d’interlingua, o lingua ibrida né inglese né cinese, nata dall’influenza negativa della lingua madre dei cinesi su quella inglese; e poi si parlerà del China English che, differentemente dal Chinglish, si avvicina molto di più all’inglese standard, in quanto ne segue le norme grammaticali, pur colorandola di elementi culturali tipici della cultura cinese. Questo elaborato, dunque, si suddivide in tre macro-aree: la prima mira a offrire al lettore una panoramica generale dell’inglese nel mondo e le cause della comparsa del Chinglish; la seconda è caratterizzata dalla traduzione di tre articoli, che analizzano il fenomeno da tre angolature differenti: il primo, più che trattare l’argomento dal punto di vista linguistico, lo descrive concentrandosi sulle implicazioni culturali e sulle conseguenze sociali prodotte nella società; il secondo è meno divulgativo e più specialistico, poiché analizza il fenomeno dal punto di vista linguistico, portando avanti uno studio sulle sue caratteristiche fonetiche, semantiche, testuali, lessicali e pragmatiche; infine, il terzo si propone di presentare al lettore un breve confronto storico e linguistico tra le due varietà d’inglese sviluppatesi in Cina, cioè China English e Chinglish, pertanto assume un taglio sia divulgativo e informativo sia specialistico; infine, l’ultima parte contiene il commento traduttologico, dove si è cercato di spiegare le scelte traduttive mediante il ricorso a esempi concreti contenuti nel testo e il riferimento alle varie teorie di traduzione. |
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