Abstract:
La valutazione d’impatto ambientale o VIA, il cui corrispettivo inglese è EIA o environmental impact assessment e quello cinese huánjìng yĭngxiăng píngjià 环境影响评价, è definita dagli esperti di politiche ambientali come la valutazione dei probabili effetti di un progetto o azione umana che influiranno sull’ambiente nel quale suddetto progetto sorgerà. La VIA è di conseguenza un processo sistematico per considerare gli impatti di un progetto ancor prima che una decisione sull’approvazione di una proposta diventi definitiva e inizi la fase di svolgimento vera e propria. La valutazione d’impatto ambientale richiede, tra le varie ottemperanze giuridiche, la pubblicazione di una relazione valutativa che descriva nel dettaglio i probabili impatti sull’ambiente. La consultazione nonché la partecipazione pubblica sono inoltre parti integranti di questa valutazione ambientale, di conseguenza la VIA è considerata da molti studiosi come uno strumento predominante nella scena internazionale per quanto riguarda la gestione ambientale partecipativa.
L’obiettivo più immediato della VIA è fornire agli organi decisionali un’indicazione dettagliata degli effetti ambientali delle loro decisioni. Questo aspetto, assieme a quello che si prefigge di garantire una fase di implementazione seria e socialmente accettata, rappresenta un pilastro essenziale della valutazione d’impatto ambientale. Un altro aspetto fondamentale della VIA è offrire un meccanismo istituzionalizzato per lo sviluppo di proposte o progetti che, se opportuno, possano essere corretti e migliorati nel corso della prima fase consultiva. Seppur la valutazione d’impatto ambientale possa condurre al necessario abbandono di certe proposte di sviluppo a favore di altre, il suo fulcro si concentra sull’elaborare pratiche di mitigazione al fine di evitare impatti dannosi all’ambiente. In aggiunta a questi obiettivi immediati, al giorno d’oggi, la VIA viene posizionata nel contesto più ampio della sostenibilità ambientale e il suo scopo originale e sostantivo (ovvero il contribuire a generare forme di sviluppo più sostenibili) sta attraversando un processo di nuova scoperta e diffusione. Nonostante gli ottimi prospetti che questo strumento ambientale sembra fornire, il suo ruolo preciso manca di una definizione chiara e universale.
Sono passati oramai 35 anni da quando la valutazione d’impatto ambientale venne introdotta per la prima volta in un sistema legale (1969, Stati Uniti) e da allora la forza istituzionale e giuridica di questo strumento si è diffusa in maniera capillare in altre parti del mondo. Al giorno d’oggi la VIA è una pratica consolidata in più di 100 nazioni, incluse economie in fase di transizione e/o di sviluppo. Sebbene sia uno strumento che è stato adattato in diversi contesti e circostanze, le intenzioni fondamentali che emergono dal suo uso nonché gli elementi essenziali che lo caratterizzano sono ampiamente accettati da tutti i sistemi. Malgrado l’uso generalizzato della valutazione d’impatto ambientale a livello internazionale e la sua integrazione legale e procedurale nei suddetti sistemi, gli studiosi si stanno domandando sempre più se la VIA stia ottenendo gli scopi che si prefigge.