Abstract:
Nell’ambito della candidatura del sito seriale e transnazionale “Opere di difesa veneziane dal XVI al XVII”, il mio elaborato si pone l’obiettivo di analizzare i processi che l’hanno portato all’inclusione in Tentative List nel 2014 e nella World Heritage List nel 2017, le criticità presentate e le possibili opportunità di sviluppo per le comunità locali coinvolte in ambito turistico. Le fortificazioni dislocate nel vasto territorio, articolato in “Stato di Terra” in cui sono comprese le regioni italiane di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia e “Stato di Mare” costituito da Croazia e Montenegro; racchiudono come in un laboratorio a cielo aperto più di 2000 anni di storia di tolleranza, integrazione e sviluppo in contesti multiculturali. L’analisi comprenderà anche uno studio dei diversi piani di gestione del sito attuati dagli stati coinvolti e le diverse strategie di promozione turistica del patrimonio; che rappresenta un’importante occasione per conferire visibilità ad un tesoro così difficile da comunicare e trasmettere (soprattutto per gli stati di Croazia e Montenegro). Un esempio di valore può essere considerato il progetto VeRoTour, un itinerario di tipo turistico e culturale promosso a livello comunitario basato sul sistema di rotte, insediamenti e fortificazioni legate alle tracce veneziane lasciate nel Mediterraneo, e soprattutto nel Mar Adriatico. Radici comuni come quelle veneziane, una valorizzazione del mare e del patrimonio storico e architettonico sovranazionale costituiscono prospettiva per uno sviluppo non solo in ambito economico e sociale ma anche, e soprattutto, turistico nell’area adriatica orientato alla sostenibilità e alla destagionalizzazione. In tutto questo non mancano delle criticità, rilevate dall’ICOMOS, che hanno rischiato di mettere in standby il processo di candidatura, come il frammentario arco temporale in cui si distribuiscono le mura e la mancata inclusione delle fortezze veneziane di Grecia e Cipro.