Videoarte e arti performative in Spagna: il caso del padiglione spagnolo alla Biennale di Venezia dal 2001 al 2017.

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dc.contributor.advisor Portinari, Stefania it_IT
dc.contributor.author Varotto, Eleonora <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2017-10-09 it_IT
dc.date.accessioned 2018-04-17T13:34:16Z
dc.date.available 2018-04-17T13:34:16Z
dc.date.issued 2017-11-02 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/11503
dc.description.abstract La diffusione della videoarte e delle arti performative in Spagna è una questione indissolubilmente legata alla situazione politica ed economica del paese, questa circostanza differenzia in maniera sostanziale il caso spagnolo dal resto d’Europa. Le peculiarità di questi due linguaggi artistici sono conseguenza dei quasi quarant’anni di dittatura franchista e del prolungato isolamento socioculturale; la repressione della libertà d’espressione estesa alle espressioni artistiche emergenti ostacola la formazione di una tradizione audiovisuale propria. L’analisi critica del contesto socioculturale è quindi lo strumento di indagine utilizzato in questa tesi per analizzare e definire la storia della videoarte e della performance in Spagna, valutando le differenze rispetto al contesto internazionale. Le prime due parti di questo scritto sono dedicate allo studio dello sviluppo di videoarte e performance spagnole, alla ricerca dei loro confini che spesso si sovrappongono e confondono, nell’intento di comporre una genealogia accanto ad una realtà ancora poco tracciata. Le lacune e i problemi incontrati sono stati analizzati teoricamente mediante un’attenta analisi delle fonti svoltasi nel corso di un anno di permanenza all’estero. Attraverso l’approfondimento delle varie decadi susseguitesi dagli anni Settanta del Novecento fino ai giorni nostri, vengono esaminati tutti gli avvenimenti quali la creazione di centri culturali, i fori di dibattito internazionali, i festival e le esposizioni antologiche che hanno contribuito all’affermazione di questi linguaggi artistici nel territorio spagnolo. Gli scritti e la critica di studiosi come Eugeni Bonet, Manuel Palacio e Fernando Baena aiutano a comprendere i dubbi e le problematiche che hanno contraddistinto le discussioni e i tentativi di istituzionalizzazione del linguaggio artistico audiovisivo e performativo all’interno del contesto nazionale e internazionale. A questo proposito, la Biennale di Venezia si configura da sempre come l’opportunità di mostrare all’esteriore l’eccellenza delle tendenze contemporanee internazionali. La terza parte della tesi prende in esame tre progetti monografici presentati dal padiglione spagnolo in occasione dell’Esposizione Internazionale nel XXI secolo. Gli artisti protagonisti di queste edizioni sono due videoartisti e una performer di grande rilevanza per quanto riguarda la nascita e lo sviluppo dei due linguaggi artistici in questione. È interessante analizzare le loro proposte attraverso lo studio delle tematiche affrontate e nelle modalità di dialogo con la città di Venezia. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Eleonora Varotto, 2017 it_IT
dc.title Videoarte e arti performative in Spagna: il caso del padiglione spagnolo alla Biennale di Venezia dal 2001 al 2017. it_IT
dc.title.alternative Videoarte e arti performative in Spagna: il caso del padiglione spagnolo alla Biennale di Venezia dal 2001 al 2017 it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Storia delle arti e conservazione dei beni artistici it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2016/2017, sessione autunnale it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 859936 it_IT
dc.subject.miur L-ART/03 STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Eleonora Varotto (859936@stud.unive.it), 2017-10-09 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Stefania Portinari (stefania.portinari@unive.it), 2017-10-23 it_IT


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