Abstract:
La caccia alle balene, praticata maggiormente dal XIX secolo, è un’attività marittima che ha iniziato ad attirare sempre di più l’attenzione di paesi, istituzioni e organizzazioni ambientaliste e animaliste internazionali. La cattura dei cetacei porta spesso a dibattiti tra gli stati che la attuano e quelli che auspicano la conservazione degli esemplari. Sebbene molte nazioni facciano parte della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), che si occupa della regolamentazione della caccia e della tutela dei mammiferi marini, alcuni stati eccedono nella quantità di pescato consentito dalla Commissione stessa in luoghi in cui non è permessa l’uccisione, generalmente nelle aree marittime protette (santuari). Ciò scatena l’ira delle nazioni che salvaguardano i cetacei, come l’Australia, che si appellano alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) per giudicare il comportamento dei paesi pro-caccia, tra cui il Giappone. Con questo elaborato si vuole offrire una visione globale, ma al tempo stesso accurata, della questione da parte della Commissione, dei pensieri di chi pesca le balene e di coloro che le difendono. Infine, si esaminerà il caso conosciuto come Whaling in the Antarctic (2010) che vede la mediazione della CIG fra l’Australia e il Giappone sul tema dell’applicabilità del programma di ricerca scientifica JARPA II e dei relativi permessi speciali.