Abstract:
La società, governata dalle logiche economiche dell’utilità, tende a considerare “normale” l’uomo all’apice della sua autonomia e produttività, escludendo chi si trova in una condizione di dipendenza momentanea o permanente. La legislazione italiana prevede l’attuazione di politiche di inserimento lavorativo di soggetti con disabilità e di agevolazione per le aziende (lg n. 68/99), che tuttavia non provvede di fatto a garantire una piena occupazione di tale categoria, oltre a mancare gli effettivi controlli dell’adempimento di tale disposizione. Attraverso questo lavoro di tesi, si vuole proporre un cambio di approccio che sposti l’attenzione dal concetto economico di utilità a quello di capacità, definito dall’economista indiano Amartya Sen. Il rivoluzionario approccio di Sen, pone al centro la persona umana e il suo benessere in termini sociali e di realizzazione personale, conferendo dignità alle persone con vulnerabilità e rinnovando il concetto di lavoro non più inteso come mera produzione, ma come strumento di inclusione e integrazione sociale. La domanda a cui si cerca di trovare risposta, attraverso la modalità della ricerca qualitativa, è se le attività di agricoltura sociale, possano rappresentare una alternativa vincente ed efficace alla questione dell’inserimento lavorativo delle persone adulte con disabilità. Attraverso la somministrazione di un questionario, ci si è soffermati sulla conoscenza di sei realtà presenti nel territorio veneto al fine di delineare le caratteristiche principali, i punti deboli e i punti a favore dell’agricoltura sociale come nuova pratica per offrire un servizio valido al territorio nella questione dell’inserimento lavorativo delle persone con difficoltà e svantaggio sociale.