Abstract:
La presente tesi intende analizzare la costruzione dell’identità palestinese nell’opera della scrittrici contemporanee Susan Abulhawa e Nathalie Handal. Il caso della Palestina ha originato una letteratura unica che ruota attorno al concetto di ritorno e esilio. Nello specifico contesto della scrittura femminile, la narrazione diventa un tentativo personale e politico di ritornare, passando attraverso il gender che inevitabilmente si intreccia con ogni esperienza. Dopo aver contestualizzato la Palestina nella cultura araba e in una cornice storica, la tesi esplora la relazione di Mornings in Jenin con la storia personale e collettiva, sottolineando le differenze con la tradizionale letteratura palestinese. Inoltre, particolare attenzione è data all’analisi del concetto di maternità e fino a che punto la lontananza dal figlio è traducibile come metafora della lontananza dalla madrepatria. Infine, è presa in considerazione l’opera di Nathalie Handal Lives of the Rain in quanto testamento poliedrico e transnazionale delle sofferenze palestinesi. Inoltre, il suo background multiculturale permette alla scrittrice di estendere il concetto palestinese di ghurba, un sentimento di assenza della patria e nostalgia per questa, anche alle vittime e ai profughi non palestinesi. Nella poesia di Handal la memoria ha una rilevanza particolare, sia nella forma di sforzo collettivo sia di viaggio personale alla riscoperta delle proprie radici.