Abstract:
Viaggiare per partecipare come concorrenti o spettatori ad una certa manifestazione sportiva è un fenomeno che esiste già da moltissimi anni, da quando gli antichi greci si spostavano per tutta la penisola per poter assistere alle Olimpiadi. In epoca moderna, le prime riflessioni sul legame tra sport e turismo hanno avuto inizio nel 1971, mentre la prima pubblicazione a riguardo, il Journal of Sports Tourism, avvenne nel 1983.
Gli studiosi del settore dibattono da anni per cercare di dare una definizione unica a questo fenomeno, anche se ad oggi le idee sono ancora contrastanti. La più quotata al momento è la definizione di Pigeassou, che afferma che si può parlare di turismo sportivo quando la motivazione principale del viaggio è lo sport.
Secondo i dati dell’Eurobarometro 2016, nel 2015 il 12% dei viaggiatori europei che ha svolto una vacanza di almeno quattro notti ha dichiarato come motivazione principale la pratica di “attività legate allo sport”. Per gli italiani tale dato è più basso, solo il 3% dei turisti. Si deve tenere conto che questo settore ha un mercato potenziale vastissimo: in Italia sono più di 19 milioni le persone che hanno dichiarato di praticare uno sport nel 2015, secondo l’Istat, quota aumentata di 2,7 punti percentuali rispetti ai due anni precedenti.
Il Turismo Sportivo sembra avere un grandissimo potenziale, può essere sfruttato per il rilancio della domanda turistica. A questo punto, sorge spontanea una domanda: cosa pensano i turisti italiani al riguardo? Nella seconda parte della tesi, attraverso un questionario, si vuole analizzare proprio questo aspetto. Il questionario si divide in tre parti: nella prima parte si valutava l’attrazione che il contesto sportivo esercita rispetto all’intervistato; nella seconda parte si parla di turismo sportivo attivo, ossia la vacanza per praticare uno sport; mentre nella terza parte si analizza il turismo sportivo passivo, cioè la vacanza per assistere ad una manifestazione sportiva come spettatore. Sono state ottenute 344 risposte al questionario.
Quindi, si procede con un’analisi descrittiva del questionario per cercare di capire cosa esprimono i dati ottenuti e trasformarli in informazioni utili.
1. Analisi univariata. Si è calcolata la frequenza assoluta e relativa di ogni risposta, per vedere come avevano risposto gli intervistati, rappresentando con un grafico i risultati ottenuti e cercando di spiegare cosa potessero significare.
2. Analisi bivariata. Partendo dall’analisi univariata, attraverso le tabelle di contingenza si è cercato di valutare insieme alcune domande interessanti, per vedere poi, attraverso il test chi-quadrato, se le risposte ad una domanda fossero, in qualche modo, dipendenti con le risposte date ad un’altra domanda.
3. Analisi multivariata. Si procede con una cluster analysis per cercare di suddividere gli intervistati in gruppi con omogeneità massima al loro interno e minima tra di loro. Vengono scelte alcune variabili significative per creare i gruppi, mentre le variabili rimanenti vengono usate per la profilazione. Con questo metodo si vuole vedere se esistono gruppi di turisti con caratteristiche simili tra loro.
In conclusione, i temi principali di questa tesi sono il Turismo Sportivo e l’analisi dei dati. Visto che il turismo sportivo è un settore in via di sviluppo e in continua crescita, analizzando la domanda si è voluto osservare l’attitudine del turista italiano verso questo fenomeno, cercando di capire il suo interesse nei confronti di questo fenomeno e valutando l’esistenza di diverse tipologie di viaggiatore, in modo da poter modulare l’offerta in base alle sue caratteristiche. Grazie all’utilizzo del questionario si sono potuti mettere in pratica strumenti della statistica descrittiva analizzati solamente in modo teorico durante gli anni universitari.