Abstract:
Le crescenti pressioni delle migrazioni internazionali hanno aperto il dibattito a livello internazionale sulla necessità di proporre delle misure di gestione della migrazione regolare che tengano conto allo stesso tempo della necessità di massimizzazione dei profitti e riduzione dei costi per i paesi di accoglienza, dello sviluppo dei paesi di emigrazione e della difesa dei diritti umani dei migranti. Dagli anni 2000 l’Unione Europea propone la migrazione circolare e i partenariati per la mobilità, come strumenti che, inseriti nella rubrica della politica estera per la cooperazione con i paesi terzi, riescano meglio di altri a raggiungere questo obiettivo “tre volte vincente”. La tesi vuole presentare l’esempio di un progetto di migrazione circolare tra la Spagna e il Marocco co-finanziato dall’Unione Europea a partire dal 2006, che ha attirato forti critiche da parte di diverse organizzazioni non governative per lo sfruttamento delle lavoratrici marocchine nei campi di coltivazione di fragole a Huelva. La tesi vuole dimostrare come il fallimento di questo programma in termini di tutela dei diritti del lavoro delle migranti, sia da far rientrare nel processo neoliberista di riorganizzazione del mercato del lavoro, caratterizzato da precarizzazione, segmentazione e taglio dei costi del welfare.