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L’elaborato si propone di trattare il tema del disgusto. Dal momento che il dibattito su questo tema si sviluppa come contrappunto a quello relativo al tema del gusto, che caratterizza gran parte del Settecento, si è pensato di aprire la trattazione partendo dalla ricostruzione di una breve e sintetica storia di quest’ultimo concetto. Ne emerge una nozione di stampo intellettualistico, lontana da una dimensione fisiologica e sensibile che renda conto del fatto che si tratta di un senso radicato in un corpo. Proprio questa dimensione fisiologica, però, è quella che, inizialmente, costituisce il legame tra gusto e disgusto, il quale si manifesta primariamente come una reazione di fronte a una sensazione gustativa spiacevole. È stato, quindi, necessario costruire un capitolo di passaggio dalla nozione di gusto a quella di disgusto, partendo dalla riconsiderazione del dibattito settecentesco sul tema, per poi passare alla considerazione degli aspetti più sensibili che lo riguardano, attraverso il pensiero di Darwin, Rozin e l’approccio fenomenologico di Aurel Kolnai. Inizialmente, infatti, il disgusto viene marginalizzato dal dibattito estetico, poiché considerato un doppio limite per l’estetica: un limite da non superare, ma anche ciò che impedisce la saturazione del bello e consente, dunque, all’estetica di esistere. La psicologia empirica e la fenomenologia, però, mettono in evidenza il fatto che, con il disgusto, siamo di fronte a una emozione radicata nel corpo, la quale ha un forte legame con la dimensione sensibile che non può essere trascurato. Andando oltre, il terzo capitolo si propone di trattare alcune delle principali posizioni filosofiche dell’età moderna relative al tema del disgusto, in particolare Kant, Freud, Nietzsche (a cui ho rivolto particolare attenzione) e Sartre. La posizione di Nietzsche è importante ai fini di questa trattazione, poiché mette in evidenza, in modo particolare, la dimensione antropologico- esistenziale sulla quale il disgusto si radica e che, per questo, occupa un ruolo di primo piano nel pensiero degli autori del dibattito attuale sul tema. Proseguendo, infatti, viene fatto riferimento proprio al dibattito attuale e, principalmente, alle posizioni teoriche di Menninghaus, Korsmeyer e Mcginn. Infine, il quinto capitolo si occupa di affrontare il disgusto morale e il modo in cui questa emozione possa orientarci nelle scelte e condizionare, quindi, il nostro vivere sociale. In riferimento a ciò vengono prese in considerazione le posizioni teoriche di Bourdieu, Miller e Nussbaum. |
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