Abstract:
Lo studio si inserisce all’interno del dibattito incentrato sulla difficoltà di stabilire gli esatti contorni della relazione dottrinaria tra Lucrezio e il suo maestro Epicuro. Nello specifico, l’indagine intende affrontare la questione a partire dal terreno dell’epistemologia, operando un serrato confronto tra i vari aspetti della teoria della conoscenza teorizzati dal fondatore del Kepos e la loro ripresa da parte del poeta latino. Si procederà dedicando una prima parte alla fisiologia della percezione, vero e proprio fondamento dell’intera sfera gnoseologica epicurea, che verrà considerata dapprima dal punto di vista degli eidola, e successivamente dalla prospettiva del soggetto percipiente. Con la seconda parte si entrerà invece nel merito dei vari aspetti dell’epistemologia così come furono formulati da Epicuro, sia sulla base dei sui ipsissima verba, sia alla luce di quanto emerge dalle fonti indirette. Nella terza parte, infine, punto di forza dell’intero lavoro, verranno esposti, seguendo la medesima scansione adottata per il resoconto su Epicuro, lineamenti chiave e idiosincrasie dell’epistemologia racchiusa nel De rerum natura di Lucrezio. Porre in luce analogie, similarità e punti di distacco tra le parole dei due autori mostrerà come, almeno per quanto riguarda la gnoseologia, non sia possibile né avallare totalmente l’immagine di Lucrezio come epicureo “integralista”, né interpretare il poeta come un risoluto innovatore dei principi originari del Giardino.