Abstract:
Negli ultimi anni, soprattutto a seguito della crisi finanziaria globale avvenuta in tempi recenti, crescente attenzione si è posta sul tema dell’intensità ed efficacia della vigilanza sugli intermediari finanziari.
Conseguentemente, numerosi sono stati gli interventi normativi volti a incrementare, all’interno dell’organizzazione degli intermediari, il complesso dei controlli interni e il ruolo rivestito da ciascun organo aziendale.
Tra le principali novità introdotte, vi è l’obbligo per gli intermediari di definire il RAF (Risk Appetite Framework), ossia, il quadro di riferimento che definisce la propensione al rischio, i limiti di rischio e le politiche di gestione del rischio; (tutto ciò in un’ottica di gestione attiva e strategica dei rischi/opportunità e non più di mera minimizzazione del rischio puro).
Obiettivo del presente elaborato è analizzare per i principali operatori italiani in ambito bancario ed assicurativo come tale obbligo sia stato soddisfatto e individuare eventuali divari tra normativa vigente e Informativa al Pubblico (Pillar3).
Il presente documento si compone di 3 parti:
1. Individuazione del relativo quadro regolamentare di riferimento per banche e assicurazioni;
2. Analisi del Risk Appetite nel Pillar3: le informazioni correnti fornite dai principali gruppi bancari (Unicredit e Intesa San Paolo) e assicurativi (Generali);
3. Confronto e valutazione dei gap esistenti tra quanto richiesto dalle normative di vigilanza e quanto reso pubblico dagli intermediari.