Abstract:
L’archivio di Adolfo Callegari rientra fra gli archivi privati che rivestono un notevole valore storico-culturale e di fonte in quanto conservano memoria di un’attività particolare, più aderente di altre, al contesto locale.
L’archivio oggetto della tesi, depositato alla Biblioteca Civica di Este, è stato prodotto da una persona illustre del primo Novecento a Este e provincia, un intellettuale poliedrico nel quale la passione per la pittura si sposa con l’amore per l’archeologia e la storia dell’arte.
Il suo itinerario di pittura inizia seriamente a Venezia tra il 1907-08 e prosegue a Monaco ma si ferma piuttosto presto.
Per le sue competenze in campo archeologico e storico-artistico nel 1920 è nominato regio ispettore onorario ai Monumenti e Scavi per i distretti di Este, Monselice, Conselve e Montagnana e nel 1922 gli è affidata la direzione del Museo Nazionale Atestino che mantiene fino alla morte. Grande è il suo impegno nel ruolo di direttore sia per le indagini e le scoperte archeologiche nel territorio euganeo sia per la loro salvaguardia.
Intuisce precocemente i problemi dei colli Euganei, soprattutto i gravi rischi al patrimonio storico-artistico e paesaggistico che sarebbero derivati dall’attività estrattiva e dall’incuria in cui versavano troppi monumenti. Il suo grido di allarme per la salvaguardia della Rocca di Monselice è pubblicato su “Dedalo”, la rivista fiorentina diretta da Ugo Ojetti, già nel 1923.
Cerca in ogni modo di salvaguardare il paesaggio di Arquà al fine di evitare che eventuali progetti di costruzioni alberghiere e termali possano alterarne le caratteristiche. Riesce anche ad avviare il progetto di restauro della casa del Petrarca di cui gli è poi conferito l’incarico di custode.
Si adopera inoltre per trovare una soluzione alle condizioni di arretratezza della popolazione dell’area euganea e tra gli interventi per la promozione del turismo ha grande rilevanza la sua Guida ai Colli Euganei.
Le sue robuste competenze in campo storico-artistico danno vita, negli anni Trenta, all’Elenco degli edifici monumentali della Provincia di Padova e soprattutto allo splendido volume sulle Ville del Brenta e degli Euganei, scritti assieme a Bruno Brunelli Bonetti. Collabora anche alla redazione dell’Enciclopedia Italiana su invito di Giovanni Gentile.
Come la maggior parte degli archivi personali, l’archivio di Adolfo Callegari mi ha costretta ad affrontare alcuni problemi metodologici e pratici: mancava infatti una struttura organizzativa e le tipologie documentarie presenti erano varie sia per natura sia per contenuto e supporto: corrispondenza, documenti personali, stampe e negativi fotografici, testi manoscritti, quaderni di appunti.
Acquisito dall’amministrazione comunale nel 1949, ha subito nel corso del tempo vari spostamenti e condizionamenti; la maggior parte della documentazione era stata riposta in cartelle senza nessun criterio di riordino e solo una parte delle numerose foto presentava una certa suddivisione per tipologia.
In via preliminare si è proceduto alla stesura di un elenco di consistenza per avere un’idea generale del contenuto del fondo ed essere in grado di ricostruire una sorta di struttura dell’archivio che permettesse di individuare i legami fra le carte.
La successiva inventariazione analitica e il riordino ha portato all’organizzazione dell’archivio in dodici serie che comprendono documentazione personale e familiare, attività lavorativa, ricerche, studi e scoperte archeologiche, corrispondenza, pubblicazioni, foto e riproduzioni.
Nella redazione dell’inventario si è tenuto conto degli elementi descrittori essenziali definiti dagli standard internazionali ISAD (G) e ISAAR (CFP). Quanto al grado di analiticità, la descrizione è stata fatta prevalentemente a livello di singoli documenti.
L’inventario riesce a dare un’immagine abbastanza nitida della vita e dell'operato di Adolfo Callegari.