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SANDRO ANGELINI.
“Quando sono davanti a un’opera da restaurare cerco di immedesimarmi con la persona che l’ha fatta. La ricostruisco anche fisicamente nella mia testa, mi interessa di capire se l’edificio è stato costruito a Bergamo o nei dintorni, se la pietra utilizzata è un calcare che proviene dalle cave di Bagnatica o un’arenaria delle cave di Castagneta o di Valderde, se il marmo è di Zandobbio. Cerco di indovinare come il muratore ha proceduto alla sua realizzazione, perché ha trattato la pietra in quel modo, perché ha fatto quell’impasto per l’intonaco, quali strumenti ha usato. E così ho sempre fatto, anche nei vari paesi del mondo, per esempio, a Lalibela. Innanzitutto ho cercato di capire il rapporto che l’uomo ha con la cosa, come è il suo fare. E la possibilità che ho di vedere il segno dello strumento usato nell’opera mi deriva dal mio apprendistato ai molti mestieri artigianali, dal gusto del fare e dalla lettura di quella miniera d’insegnamenti pratici […].In tutta la mia attività ho sempre avuto un rapporto fisico, da artigiano, con tutti i materiali. Mi piace lavorare con i materiali più vicini al mio mestiere ma anche con la ceramica, con le stoffe, con il vetro.[…] Quando mi accosto a un materiale cerco di indovinare lo spirito, la natura nascosta.” 1
Così Sandro Angelini raccontava del suo lavoro, da queste poche frasi trapela subito tutta la sua passione.
Grazie a lui e alla sua capacità nel realizzare e seguire progetti di importanza internazionale, alcuni monumenti sono riusciti ad arrivare fino a noi, con il valore fondamentale del concetto sulla priorità del mantenimento dell’autenticità e dell’originale dell’opera, all’avanguardia per quegli anni, oggi imprescindibile per gli addetti al settore.
Nato a Bergamo il 23 marzo del 1915 Sandro Angelini è sicuramente stato una persona poliedrica, dalle mille passioni, una personalità estroversa, una vita spesa per la sua città, una vita per l’arte.
La sua famiglia apparteneva alla borghesia colta e fin dall’infanzia respirò la passione per le arti. 2
LUIGI ANGELINI.
Figura fondamentale per la formazione di Sandro Angelini fu il padre Luigi Angelini (Bergamo 1884 – ivi 1969), ingegnere e architetto, grande amante delle arti e della natura.
1 Forlani Mimma, 1998, pag.23.
2 Simoncini Carlo, 2015, pag.9,10.
Tra il 1909 e il 1911 aveva collaborato con Marcello Piacentini 3 a Roma; dal 1910 al 1968 fu membro della Commissione diocesana d’arte sacra, dal 1911 Ispettore Onorario della Soprintendenza per i monumenti, gallerie e antichità di Bergamo, Luigi Angelini conserverà questo ruolo per tutta la vita.
I suoi numerosi viaggi in Europa gli avevano fatto conoscere il fermento culturale dell’epoca, rimase molto influenzato dalle varie correnti artistiche.
Luigi si occupò di architettura civile e religiosa, con la costruzione di palazzi, nuove chiese, nuove cappelle, ampliamenti di alcune chiese, forte anche il suo interesse verso la conservazione e il restauro, di cui emergeva la sua contrarietà alla distruzione degli elementi antichi.
Bergamo nei primi decenni del novecento era una città in crescita, i suoi lavori furono molto importanti per la progettazione architettonica e urbanistica della città, con Marcello Piacentini collaborò anche alla progettazione e realizzazione del centro moderno di Bergamo.
Era inoltre amante del disegno, produsse tanti disegni di viaggio in cui si nota un forte realismo, riprese palazzi, vedute di città, i suoi disegni sono descrittivi e pieni di particolari.
Pubblicò diversi volumi tra cui l’opera su “L’arte minore bergamasca”. |
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