Abstract:
Annoverata tra le tre biennali più prestigiose al mondo, assieme alla Biennale di Venezia e a Manifesta, documenta è una delle manifestazioni d’arte contemporanea più importanti a livello internazionale.
Le sue origini risalgono al 1955, quando Arnold Bode, pittore e professore accademico, la inaugura come parte della “Bundesgartenschau”, mostra di giardinaggio della Repubblica Federale Tedesca che si sta svolgendo in quel periodo proprio nella cittadina di Kassel. Attraverso la fondazione della “Società di Arte occidentale del XX secolo”, Bode vuole presentare l’arte che il nazismo ha etichettato come “degenerata” così come opere della modernità classica che non si sono mai viste in Germania, nel distrutto Museo Fridericianum.
Già la prima edizione riesce a registrare un notevole successo, coinvolgendo molti artisti di rilievo nel panorama dell’arte moderna e contemporanea, tra i quali spiccano i nomi di Kandisnkij, Matisse e Picasso.
Incoraggiato da un esito così positivo, Bode pianifica una seconda esposizione nel 1959, stabilendo inoltre l’intero ciclo di documenta, diretto personalmente fino alla quarta edizione nel 1968. Ogni edizione di documenta prende il suo carattere dalle idee e dal concept del rispettivo Direttore Artistico, pertanto non è da considerare solo un’occasione di dibattito sulle tendenze correnti nel campo dell’arte contemporanea, ma anche un luogo dove vengono sperimentati dei concetti di mostre innovativi e in grado di stabilire nuovi standard.
Partendo da un’introduzione sul concetto di biennale e una breve rassegna su alcune delle biennali più famose e significative a livello internazionale, tra le quali non può non essere citata la biennale di Venezia, si prosegue con alcuni cenni storici su documenta e un’analisi delle sue varie edizioni, non dimenticando che il prossimo appuntamento è previsto per il 2017.
In questo modo si vuole dimostrare come un evento con ricorrenza quinquennale e della durata di “soli” cento giorni, in un contesto al di fuori delle rinomate grandi città europee o extraeuropee, sia riuscito negli anni a mantenere e incrementare il suo pubblico, comprendente esperti e non del settore artistico.
Verrà sottolineato il contributo fondamentale della manifestazione nell’esaltare un territorio che per la sua conformazione può essere considerato periferico, sicuramente al di fuori delle classiche mete predilette nel territorio tedesco sia dal turismo interno che da quello internazionale
Sarà perciò interessante approfondire la questione anche dal punto di vista turistico, analizzando i dati statistici di Kassel e tentando di capire come il contributo di un evento di portata internazionale possa aver innescato un circolo virtuoso che consente alla piccola cittadina tedesca di avere un flusso tendenzialmente costante di presenze annuali, che va oltre quei famosi cento giorni di mostra ogni cinque anni.