Abstract:
Il diritto del lavoro nell’ultimo triennio è stato al centro di molteplici riforme, l’ultima delle quali, ancora in attuazione, ha modificato profondamente i capisaldi della legge n. 300 del 1970. Questi interventi normativi hanno dato nuova luce a una disciplina che è sempre stata al centro delle questioni giuridiche, con l’obiettivo di rilanciare il mercato del lavoro verso una realtà sempre più dinamica e innovativa. Il d.lgs. 4 marzo 2015 n.23 noto anche come Jobs Act ha scardinato la tutela in materia di licenziamenti individuali, garantita ormai da più di quarant’anni dallo Statuto dei Lavoratori. In questo elaborato si analizzeranno le modifiche in materia di recesso datoriale, nello specifico riguardo il licenziamento discriminatorio e la tutela reintegratoria piena. In particolare, nella prima parte una ricostruzione delle “fasi del giudizio antidiscriminatorio” introdurrà un inquadramento generale del principio di non discriminazione. Dopo aver introdotto gli elementi chiave su cui poggia la tutela antidiscriminatoria, si passerà ad una analisi più dettagliata dell’aspetto giuridico confrontando le varie riforme, con particolare attenzione all’ultimo intervento legislativo, per comprendere meglio quali siano le tutele che il Legislatore ha voluto riservare ad una questione così delicata come la discriminazione in ambito lavorativo. Il principio generale di eguaglianza, di non discriminazione e del giudizio di ragionevolezza “si offre come strumento attraverso il quale si può ricondurre la legislazione entro il perimetro che assicuri la coerenza con i principi costituzionali”, garantendo così la coesione della disciplina unitaria del lavoro dipendente. Lo studio di tale materia ha fatto trasparire un cambio di prospettiva del Legislatore che è passato da un’ottica micro, in cui veniva privilegiato il rapporto di lavoro, a un’ottica macro che predilige invece il mercato del lavoro.
Il diritto antidiscriminatorio si afferma così come l’ultima roccaforte per il lavoratore, garantendo una tutela reintegratoria piena in caso di licenziamento per questioni discriminatorie. In questo modo si cerca di arginare il fenomeno sempre più frequente della “mercificazione del lavoro” dovuta a un sistema di garanzie giuridiche sempre più snello. L’obiettivo primario sarà quello di porre al centro del diritto del lavoro non un lavoratore astrattamente considerato, ma una persona con peculiari caratteristiche e una propria identità, che in quanto tale merita attenzione e massima tutela da parte dell’ordinamento giuridico. Infine nel capitolo conclusivo verranno illustrati i risultati di una analisi campionaria sulla base di una elaborazione dati del Special Eurobarometer 437 - Discriminazione in UE in 2015 cercando di dimostrare l’acquisita centralità di tale materia non solo in Italia ma anche in altri paesi europei.