Abstract:
A partire dalla seconda metà degli anni ’90 c’è stata una rapida accelerazione tecnologica, in particolare modo nel campo dei viaggi e del turismo. Basti pensare alle modalità con cui oggi pianifichiamo e prenotiamo un viaggio. Ciò che cerchiamo è allontanarci dalla quotidianità per vivere un’esperienza memorabile, che ci emozioni. Spesso la scelta di una destinazione è influenzata dai racconti di viaggio che abbiamo ascoltato da amici o parenti, da immagini che abbiamo visto su Facebook o dai video su YouTube, oppure navigando in internet ci è capitato di imbatterci in forum di viaggio che hanno catturato la nostra attenzione. Oggigiorno non ci rechiamo più in un’agenzia di viaggi per farci consigliare e per farci pianificare l’intero viaggio. Siamo noi a voler creare, passo dopo passo, la nostra avventura e possiamo farlo comodamente a casa o al lavoro o in qualsiasi altro posto, grazie all’immenso patrimonio fornitoci dal Web.
L’obiettivo della mia tesi è quello di analizzare i cambiamenti che ci sono stati nel modo di viaggiare, focalizzandomi sulla diffusione dei social media e cosa ha comportato questo per le strutture di pernottamento. Partendo dall’analisi del profilo del turista 2.0, attento, competente ed esigente, affronto il passaggio da un mercato reale ad un mercato digitale soffermandomi sugli strumenti 2.0 fondamentali per intraprendere strategie di web marketing turistico. Dall’importanza di essere presenti online, per quanto riguarda la realizzazione di un sito web efficiente e la creazione di una propria pagina sui social media, fino alla realtà delle recensioni. Mediante la diffusione di due questionari, uno rivolto ai consumatori e uno alle strutture di pernottamento, ho attuato un confronto su ciò che pensano e cercano le persone quando decidono di intraprendere un viaggio e come si stanno muovendo gli albergatori di fronte a questo cambiamento. L’analisi presenta un approfondimento su TripAdvisor, essendo la community di recensioni più utilizzata al mondo, dimostrando che oramai le persone si fidano maggiormente dell’opinione di persone anche sconosciute, piuttosto che esperti con fini commerciali.