Abstract:
Venezia già dal XIII secolo e capace, nel corso dei secoli, di evolvere la propria produzione raggiungendo risultati tecnici e artistici sempre crescenti. E’ di Angelo Barovier, per esempio, l’invenzione nel corso del Rinascimento, del “vetro cristallino” e la realizzazione della famosissima Coppa Barovier (circa 1445).
Nel corso del periodo Barocco (XVII secolo) una profonda crisi colpì il settore, protraendosi anche nel corso della caduta della Serenissima e del dominio austriaco: la scomparsa delle corporazioni e la forte concorrenza minarono l’antica arte vetraria e in questo periodo molte preziose tecniche di lavorazione andarono perdute.
Fu solo nel 1866, con l’avvento di Antonio Salviati, avvocato vicentino affascinato dal vetro, che ebbe inizio un secondo “Rinascimento” per l’attività dei Barovier.
Dopo aver fondato la “Società Anonima per Azioni Salviati & C”, Salviati decise di assumere tutti i più importanti e famosi maestri vetrai d’allora, tra le cui fila figuravano i Barovier.
Nel 1877 la ditta mutò la ragione sociale in “Salviati Dr Antonio” ma i Barovier ne fecero parte per poco tempo: già l’anno successivo appare una società di fatto “Fratelli Barovier” che mantenne comunque rapporti commerciali con Salviati, rifornendolo di soffiati di varia natura. Nel 1896 la società di fatto regolarizza la propria posizione con atto notarile divenendo la “Artisti Barovier & C” : per anni l’azienda propose manufatti di grande pregio artistico presentati anche a Ca’ Pesaro.
Nel 1919, intanto, a seguito della decisione di Benedetto di recedere dalla compagine sociale venne costituita la società semplice “Vetreria Artistica Barovier & C” che contava tra i propri componenti anche i figli di Benvenuto (Ercole e Nicolò) e di Giuseppe (Napoleone). In questo caso, tuttavia, la gestione venne invece affidata a Nicolò Barovier.
Dopo lo scioglimento anticipato della società nel 1932 Ercole e Nicolò fondarono la “Vetreria Barovier snc” decidendo in seguito di far confluire entrambe le società nella “S.A.I.A.R. (Società Anonima Industrie Artistiche Riunite) Ferro Toso”. L’azienda assumerà la denominazione di “Ferro Toso e Barovier Vetrerie Artistiche Riunite SA” per poi diventare, nel 1939, “Barovier Toso & C. Vetrerie Artistiche Riunite SA”.
Lo scoppio del secondo conflitto mondiale nel 1939 segnò l’inizio di un periodo di crisi che si proseguì nel corso degli anni Quaranta e del dopoguerra: l’embargo verso l’Italia attuato dalla Società delle Nazioni -e dunque la fine delle esportazioni- determinarono una fase difficile, resa più acuta anche dalla necessità di procedere alla manutenzione degli impianti e dalla difficoltà di procurare materie prime.
Neppure la fine del conflitto, nonostante le attese, comportò una immediata ripresa: sul mercato si erano ormai affacciati molti concorrenti e la crisi determinò anche l’inutilizzo di alcuni impianti.
IL 1949 fu però anche l’anno in cui entrò nella compagine sociale Angelo Barovier, figlio di Ercole. Da qui iniziò l’espansione della società oltre i confini dell’Italia e, negli anni Sessanta, anche la collaborazione di grandi artisti e architetti: tutto questo contribuì alla creazione di una solida compagine sociale che accompagnò l’azienda anche nel corso degli anni Settanta.