Wilfred Owen: a new war poetry

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dc.contributor.advisor De Scarpis Di Vianino, Valerio it_IT
dc.contributor.author Roi, Caterina <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2017-02-23 it_IT
dc.date.accessioned 2017-05-08T03:50:23Z
dc.date.available 2017-05-08T03:50:23Z
dc.date.issued 2017-03-24 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/10002
dc.description.abstract L’elaborato finale va ad analizzare il cambiamento e l’evoluzione della poesia di Wilfred Owen, celebre poeta inglese della prima Guerra Mondiale. Lo studio e l’analisi vertono, principalmente, su come è cambiato il suo modo di fare poesia, in particolare grazie all’incontro con il poeta e soldato Siegfried Sassoon. Partendo da un resoconto prettamente biografico della prima infanzia e giovinezza di Owen, per sottolineare come sia nato l’interesse a l’amore per la poesia, è importante mettere in evidenza i modelli poetici. Primo fra tutti uno dei maggiori esponenti del Romanticismo, John Keats, guida e ispirazione del giovane Wilfred. Cresciuto in una famiglia medio borghese a inizio Novecento, Owen entra in contatto con Keats fin dagli studi scolastici e lo accoglie come maestro e insegnante. Prima di arruolarsi nell’esercito e prendere parte al massacro che fu la Prima Guerra Mondiale, due esperienze segnano la vita e la poetica di Owen. Nel 1911 diventa aiutante del Vicario in una piccola parrocchia, a Dunsden, e nel 1913 parte per la Francia per fare l’insegnante. Entrambi i viaggi lasciano un segno nella vita del giovane, e sono fondamentali per la sua crescita come scrittore. Tramite l’analisi di alcune delle più significative poesie scritte durante quegli anni, è possibile vedere come il germe della scrittura sia presente, ma ancora molto acerbo. Nel 1914, con lo scoppio della guerra, Owen si interroga sul suo destino. Sarà il conseguente arruolamento nell’esercito e l’esperienza della vita in trincea che segnerà il punto di rottura con il resto. Per quanto riguarda la formazione poetica, la nascita di Wilfred Owen, il grande “war poet”, avviene grazie all’incontro e all’amicizia con Siegfried Sassoon. I due poeti si incontrano nel 1917 a Craiglockhart, ospedale di guerra vicino ad Edimburgo. Il rapporto personale va di pari passo con quello professionale, Sassoon diventa maestro e mentore per Owen, che grazie a lui inizia a dar voce all’orrore sperimentato in guerra. Proprio durante la permanenza qui scrive tre delle più celebri poesie, ‘Anthem for doomed youth’, ‘Disabled’ e ‘Dulce et Decorum Est’. L’importanza di questo incontro si rivela dal punto di vista poetico; Sassoon introduce Owen ad un nuovo modo di fare poesia e di raccontare la guerra. Owen rimane sempre fedele ad un tono quasi Romantico di poesia, non abbandonando mai la prima influenza Keatsiana, ma impara a coadiuvare l’orrore e la devastazione della guerra usando nuovi metodi di poesia, come la famosa para-rima. In conclusione, tramite l’analisi delle sue poesie si può notare come sia stato prezioso e importante l’aiuto e il sostegno di Siegfried Sassoon, è probabile che senza di lui non Owen non sarebbe stato il poeta che conosciamo, ed è sicuro che è merito suo se nel 1920 è stata pubblicata la prima collezione di poesie del poeta anglosassone. it_IT
dc.language.iso it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Caterina Roi, 2017 it_IT
dc.title Wilfred Owen: a new war poetry it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Lingue e letterature europee, americane e postcoloniali it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati it_IT
dc.description.academicyear 2015/2016, sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 855709 it_IT
dc.subject.miur it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language INGLESE it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Caterina Roi (855709@stud.unive.it), 2017-02-23 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Valerio De Scarpis Di Vianino (dscarpis@unive.it), 2017-03-06 it_IT


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